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Attività - Targa Jean Giono - Biografia di Jean Giono

Targa Jean Giono

Jean Giono, lo scrittore a cui è dedicata la Targa, nacque a Manosque nella Provenza Francese, ma era di origine piemontese.

Il nonno paterno, di Ciriè, era fuggito in Francia nel 1831 "per aver cospirato contro l'autorità" e si era arruolato nella Legione straniera. Il padre, calzolaio, dopo aver soggiornato in varie località della Provenza, si era stabilito a Manosque dove, il 30 marzo 1895, nacque Jean. Impiegato di banca dopo aver interrotto gli studi, Jean Giono si dedicò alla letteratura dal 1914 ed esclusivamente ad essa dal 1929, anno in cui strinse anche amicizia con André Gide.

Le prime opere, ispirate a una sorta di classicismo pagano, lontane da sperimentalismi, sono come il canto di un mondo contadino non contaminato dalla civiltà urbana, e termine di riferimento per ogni ritorno al neo-naturalismo e al romanzo lirico. Le vraies richesses, indicate con accenti biblici, sono "il corpo liberato nella gioia di vivere, la danza delle stagioni, i fiori, i frutti, il vento, il sole".

Durante un viaggio in Italia, conosce un socio del Rotary Club Voghera, il Dott. Giuseppe Frumento. Nasce tra loro una grande amicizia che ben presto, nel 1958, diventa gemellaggio tra i club di appartenenza, e successivamente tra le rispettive città.

Dopo il ciclo impegnato dei romanzi sulla paysannerie, nel dopoguerra iniziano "le cronache romanzate che stanno tra l'affresco storico e il racconto stendhaliano". Risultati particolarmente significativi anche sul piano stilistico si hanno col "Cycle du Hussard", che comprende Le Hussard sur le toit (pubblicato nel 1951 e nella traduzione italiana dall'Editore Fogola nel '76), Le Bonheur fou e Angelo. Si tratta di una trilogia lirica e avventurosa in cui lievitano i fantasmi dei racconti familiari. Angelo Pardi, il protagonista, è un giovane ardente carbonaro piemontese, che nel 1838 decide di rientrare in Italia dalla Francia dove si era rifugiato per aver ucciso una spia austriaca e "ad ogni passo incontra la morte e la sfida, alla fine incontra anche l'amore".

Innamorato dell'Italia, Giono compì viaggi a Verona, Firenze, Torino, Venezia, Milano, Bologna, Roma e trasfuse le sue emozioni, la sua "felicità" nelle pagine del Voyage en ltalie (1953). Poi, nel 1962, allorché preparava Le Désastre de Pavie, soggiornò a lungo nell'Oltrepò Pavese, affascinato dalle sue belle colline. La sua opera, inserita a pochi anni dalla morte (avvenuta nel 1970) nella collana degli Immortali di Francia, "Le Pleiadi", è considerata come quella di "l'un des plus grands narrateurs que la littérature ait produits".